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Come diventare giocoliere: tra ostacoli e rinascita

2021-05-17 09:00

Marica Musumarra

Professione artista, Approfondimento,

Come diventare giocoliere: tra ostacoli e rinascita

L'arte di strada è sinonimo, spesso, di numerosi ostacoli. Come si fa ad affrontarla? A spiegarlo è Giorgio Laganà, in arte il Giorgioliere!

Come si fa a diventare un artista di strada? Quali sono le tecniche per trarre dall'umiliazione la forza per migliorarsi e fare sempre meglio? Attraverso l'esperienza di Giorgio Laganà, il Giorgioliere, si va alla scoperta di un mondo insidioso ma, al tempo stesso, divertente e meraviglioso!


A chi non è mai capitato, passeggiando da soli o in compagnia, di imbattersi in artisti di strada? Con i loro strumenti, i loro costumi e i loro numeri riescono innanzitutto a catturare la tua attenzione e poi, dopo averti totalmente coinvolto, a strapparti un sorriso.

 

Sul momento, per lo spettatore, è tutto molto divertente: ma cosa si nasconde realmente dietro un’esibizione “di strada”? Cosa comporta, per un artista, esibirsi senza sapere chi avrà di fronte e, soprattutto, totalmente inconsapevole delle reazioni che potrà scatenare?

 

Le risposte a queste domande arrivano dall’esperienza di Giorgio Laganà, conosciuto anche come il Giorgioliere, artista di strada catanese!

 

L’arte di strada e il suo valore sociale

 

A soli 14 anni, Giorgio capisce cosa avrebbe voluto fare da grande: l’artista di strada. Acquista diversi libri di giocoleria, inizia a studiare autonomamente e comincia a seguire i primi tutorial su YouTube che, in quegli anni, era ancora acerbo e poco noto. Prosegue fino al quarto anno di liceo, quando decide di partecipare a uno scambio culturale con il Messico organizzato dalla stessa scuola ed è proprio lì che entra a contatto con i giocolieri del luogo. Questo lo spinge a seguire prima un workshop di clownerie e, successivamente, un corso di circo professionale della durata di un anno.

 

Rientrato a Catania, si lancia nel mondo dell’intrattenimento siciliano senza mai abbandonare gli studi: frequenta, infatti, diversi workshop in giro per l’Italia per poi iscriversi al Laboratorio di Recitazione Lucia Sardo

 

“Da diversi anni, ormai, vendo il mio spettacolo di strada - spiega Giorgio - che dura circa 40 minuti e che riesco ad adattare non solo a contesti diversi, ma anche a un pubblico variegato. Iniziare questa professione, per me, vuol dire perfezionare le mie doti teatrali senza abbandonare mai l’arte di strada, genuina e da un valore sociale davvero importante”. 
 

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Ed è proprio quest’ultimo aspetto che rende, secondo Giorgio, l’arte di strada così affascinante: “Ha un ruolo sociale non indifferente - continua - per tanti motivi: intanto, permette al pubblico di vivere gli spazi urbani in un modo inaspettato e quasi inimmaginabile, e poi crea un momento di condivisione molto speciale. Le vibrazioni dell’artista entrano in connessione con le emozioni con chi, da semplice passante, diventa un vero e proprio spettatore”.

"L’artista in sé è un mezzo a servizio dell’arte, che consente al pubblico di vivere e condividere qualcosa di importante, rendendolo vero protagonista"

“Per quanto mi riguarda - aggiunge - è importante che, alla fine, le persone sorridano. Fa niente se non applaudono, o non mi fanno complimenti: se ridono, se vanno via contente, per me è già gratificante”. 

 

Una strada difficile, ma significativa

 

Intraprendere questo percorso è, come sostiene anche Giorgio, molto difficile dato che “si va incontro all’umiliazione, alla sconfitta, al fallimento e agli ostacoli. Fare l’artista di strada vuol dire proprio questo uscire di casa e affrontare in modo professionale i problemi, con la consapevolezza che le prime volte (e non solo) saranno estremamente frustranti. Questo, però, non deve essere un impedimento, anzi: deve rivelarsi la spinta motrice per rialzarsi e andare avanti più forti di prima”.

 

In tutto questo, non devono assolutamente mancare studio e formazione costanti: “Ho iniziato da autodidatta e, in un secondo momento, ho iniziato a studiare seriamente, approfondire e tenere personalmente corsi di formazione - racconta - perché a mio avviso scuola, formazione e disciplina stanno alla base di tutto. Sono tre elementi fondamentali, sicuramente, ma non servono se manca un quarto elemento: la volontà”. Oggi, tra l’altro, si vive in un’epoca in cui le informazioni sono accessibili a chiunque, quindi è molto più semplice chiudersi in casa, esercitarsi e perfezionarsi al meglio!

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Imparare a rialzarsi e a trarre il buono anche da una brutta giornata è il pane quotidiano di un artista di strada, oltre che il principale insegnamento che si vuole trasmettere al pubblico: “Il messaggio principale è: i problemi della vita si possono affrontare, è possibile sdrammatizzare. Ci si fa male, ci si sente umiliati, ma si può rinascere. Il mio personaggio, per esempio, durante l’esibizione va incontro a una serie infinita di imprevisti ma, alla fine, raggiunge l’obiettivo che si è prefissato. Questo gioco crea una forte empatia con il pubblico, che si affeziona e gioisce del suo successo finale”.

 

Arte di strada e ostacoli maggiori

 

Sono stato preso a sassate, mi hanno sputato addosso, lanciato sedie e insultato - racconta - sono stato ripetutamente umiliato e utilizzato come burattino da divertimento. Detto questo, la domanda è scontata: come ho affrontato queste situazioni? Semplice: l’umiliazione è il mio spartito e solo io scelgo come suonarlo. I sassi lanciati sono diventati meteoriti nello spazio e al primo sputo ho aperto l’ombrello, immaginando di essere sul set di ‘Cantando sotto la pioggia’. Le persone possono reagire come vogliono, è l’artista poi a trarne beneficio a suo vantaggio”.

 

E per spiegare meglio, Giorgio fa un esempio più pratico: “Come l’aikidō, l’arte marziale giapponese che ti insegna a prendere la forza dell’avversario per sfruttarla contro di lui e, quindi, a tuo vantaggio, lo stesso faccio io: è come se mi nutrissi del male e lo trasformassi per restituirlo sotto forma di bene. Così non solo distruggo le naturali aspettative dello spettatore, disarmandolo, ma ne traggo beneficio. Certo, ancora oggi mi capita di tornare a casa sconfortato, mi chiedo se faccio bene a proseguire; poi mi faccio una doccia, mi scrollo tutto di dosso e ricomincio più forte di prima”. 

“In fondo un artista fa questo: vive di sentimenti. E solo comprendendo e vivendo appieno un sentimento sarà in grado di trasmetterlo agli altri”

“Fai l’artista di strada se…


… hai voglia di scendere in strada e far vedere qualcosa di tuo” conclude, dando il consiglio più importante di tutti: “Nessuno ti insegna l’arte di strada, se non la strada stessa. E distinguiti non per quello che fai ma, piuttosto, per come lo fai”.

Chi è Giorgio Laganà, il Giorgioliere

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Giorgio Laganà, in arte il Giorgioliere, nasce a Catania il 19 febbraio del 1996. 

Il papà è un regista di opera lirica, quindi fin da bambino cresce dietro le quinte dei teatri vivendo le emozioni del teatro. 

A 14 anni comincia a dilettarsi con la giocoleria, iniziando a studiare da autodidatta.

Nel 2014 compie uno scambio cultura in Messico, dove frequenta un workshop di clownerie e un corso di circo professionale.

Rientrato a Catania si iscrive al Laboratorio di Recitazione di Lucia Sardo.

Nel 2016 fa da assistente alla regia al padre, dilettandosi in una nuova esperienza spinto principalmente dal suo forte amore per il teatro.

Dal 2016 in poi inizia la sua carriera di giocoliere e artista professionista per numerosi eventi e spettacoli di intrattenimento in giro per la Sicilia. 


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