L'insegnante di canto è fondamentale per tutti coloro che desiderano diventare cantanti, professionisti e non: deve scoprire le qualità dei suoi allievi e, lavorandoci sopra, renderli bravi, intonati e performanti. Il suo lavoro è tanto impegnativo quanto faticoso, il che potrebbe portarlo a compiere degli errori. Ecco i 3 principali dai quali tenersi decisamente alla larga!
Come avviene in qualsiasi disciplina, anche l’insegnante di canto ricopre un ruolo fondamentale per i suoi allievi: non deve solo insegnare loro a cantare, ma anche educarli e seguirli dal punto di vista emotivo e psicologico.
Ecco perché saper cantare non basta per essere un valido insegnante: gli elementi didattici sono fondamentali, così come alcune qualità che, in linea generale, chi insegna musica/canto dovrebbe possedere. Al contempo, sono almeno 3 gli errori che nessun docente di canto dovrebbe mai commettere:
1. Non saper suonare uno strumento
Un insegnante di canto non deve essere un fuoriclasse nel suonare il pianoforte o la chitarra, ma è indispensabile che conosca scale, triade e arpeggi in modo da riuscire perlomeno a “strimpellare” e accompagnare gli allievi durante gli esercizi. Inoltre, dovrebbe avere delle buone conoscenze in fatto di ritmo, tempo e misure e deve essere capace di leggere una chord chart, cioè le sigle degli accordi.
Cantare sulle basi, in stile karaoke, può essere utile fino a un certo punto; se l’allievo ha intenzione di diventare un cantante professionista è indispensabile uscire fuori da questo schema e abbracciare l’arte musicale a 360°.
2. Cantare sopra l’allievo
Tra le peculiarità che un insegnante di canto deve possedere rientra l’ascolto; se, quindi, si ostina a cantare “sopra” il suo allievo non sarà certamente in grado di farlo nel migliore dei modi. Ascoltare chi canta, infatti, permette di capire il suo range, la sua vocalità e, di conseguenza, di aiutarlo a cantare con la giusta tonalità.
Questo perché ogni bravo docente deve conoscere l’anatomia del tratto vocale, essere in grado di riconoscere eventuali problemi vocali e di educare l’allievo a una corretta igiene vocale, che abbracciano anche le tecniche di riscaldamento e quelle di distensione.
3. Avere il paraocchi
Spesso gli insegnanti di canto sono “cantanti che non ce l’hanno fatta”, oppure ex cantanti che hanno testato su loro stessi una determinata tecnica che, personalmente, si è rivelata vincente. Questo, però, non implica necessariamente il fatto che la medesima tecnica sia adatta per tutti e che vada bene per qualunque vocalità; avere il paraocchi e fossilizzarsi su un solo metodo didattico è sbagliato, soprattutto perché non consente agli allievi di poter esprimere al meglio loro stessi.
In poche parole, gli studenti non devono essere dei piccoli “cloni” dei loro insegnanti; al contrario, devono essere dei fiori che sbocciano grazie all’aiuto e al sostegno del loro coach che, conoscendone caratteristiche e punti di forza, è l’unico in grado di lavorarci sopra e renderli performanti al massimo.